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Il mio ultimo libro al Salone inte​rnazionale di Torino

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Quest’anno il Salone del Libro di Torino ha deciso di riconoscere uno spazio dedicato al Self Pubblishing

Ne sono felice poiché uno dei maggiori problemi degli autori "fai da te" è il farsi pubblicità. Personalmente, pur avendo scelto un editore di self pubblishing, che mi ha permesso  di essere visibile su tutte le piattaforme online del settore e ha garantito ai miei romanzi la prenotabilità nelle librerie, sento la mancanza del contatto con il lettore. Come può il lettore essere attratto da un tuo libro se non sa della sua esistenza? Normalmente un autore ricorre ai social per fare amicizie con chi ama leggere, ma non tutti, io compresa, sono strateghi del marketing e ben pochi hanno la capacità economica di incaricare esperti del commerciale. Ben venga quindi questa possibilità. Il visitatore del Salone del libro è sicuramente un appassionato che finalmente potrà toccare con mano quel tomo che, pur avendolo interessato da un' arida schermata di una libreria  digitale,  non si è fidato di acquistare.  

Vi aspetto, il 22 e il 23 magio al Salone del libro di Torino

Leggere deve essere un piacere.

Deve catapultarvi nel mondo in cui vorreste vivere, deve riuscire a mettervi nei panni dei protagonisti del libro. Deve suscitarvi sentimenti, farvi sentire sensazioni, suoni , odori.

Leggere deve divertire, non deve essere un obbligo. A meno che, l’obbligo sia per motivi di studio e ricerca.

Mi domando, quindi, perché, frequentando molti gruppi di lettori o amanti della letteratura, che pullulano nei social network , vi sia un susseguirsi di post del tipo: “ Non riesco a finire questo classico – Perché non capisco questo autore famoso? - Ci ho provato più di una volta e sono riuscito ad arrivare solo a metà, aiutatemi, consigliatemi”..

Ogni uomo, per sua natura e fortuna, poiché altrimenti sarebbe esistita un’evoluzione a senso unico, ha interessi e gusti univoci. C’è chi è attratto dalle arti, dalla scienza dalla matematica, dalla tecnologia….dall'agricoltura, dalla pesca.

Chi ama la letteratura, può e deve scegliere tra diversi settori e sfumature: dal classico al fantasy, dall'avventura al rosa, dalla fantascienza al paranormale, dal giallo al noir…., a secondo del suo perso nale gusto.


Smettiamola quindi di angustiarci perché un ”grande” ci è indigesto. Non ci piace e basta, e, immergiamoci in una lettura che ci avvinca.

Cambiare l'acqua ai fiori di Vaérie Perren

Ho scorso le prime pagine con scarso interesse, mi sembravano banali. Invece, man mano che proseguivo nella lettura, questo romanzo mi ha incatenata, incuriosita e incantata. Lo specchio della vita in un cimitero.

Scritto con incredibile leggerezza, sprigiona odori leggiadri, musiche calmanti. È intriso di colori pastello: beige, celeste, rosa. Tanto rosa.

Anche i dolori più duri, le sofferenze tremende, che gli esseri viventi sono costretti a superare, sono avvolti in una bolla rassicurante.

Ho immaginato l'autrice scriverlo non con il computer e neppure con una macchina da scrivere. L'ho vista intingere un pennino nell'inchiostro e vergare le pagine con calligrafia curata e svolazzante.

Unico neo: forse ci sono troppi flashback. Il continuo avanti e indietro nel tempo potrebbe costringere un lettore, impossibilitato a leggere a lungo, a risintonizzarsi quando riprende in mano il libro.

La trama dovete scoprirla da soli. Vi svelo solo che molte certezze si sgretoleranno e cambieranno valore. Leggetelo

Far vedere i sorci verdi

Nel 1936, la 205° squadriglia della Regia aeronautica (12° Stormo della 3ª Squadra Aerea), che adottava gli allora potenti e moderni trimotori Savoia Marchetti S.M.79, si servì di uno stemma rappresentato da 3 sorci verdi ritti sulle zampe posteriori. La ebbe tra i piloti anche Bruno Mussolini, figlio del duce, che gareggiando con altri aviatori riportò diverse vittorie quali: la corsa aerea Istres - Damasco - Parigi del 1937 o la trasvolata oceanica Italia Brasile (Guidonia - Dakar- Rio de Janeiro) del 24 gennaio 1938.



Dalla popolarità di questa squadriglia, che spesso dava prova di superiorità, affidabilità e potenza, scaturì il modo di dire "ti faccio vedere i sorci verdi", come per dire "sto per batterti".

Si dice che sia stato lo stesso Benito Mussolini a coniare questo modo di dire dicemdo, in occasione della trasvolata Italia Brasile: "abbiamo fatto vedere i sorci verdi al mondo intero".

Durante la seconda guerra mondiale, la squadriglia dei sorci verdi partecipò attivamente a molte missioni. Il 12° Stormo divenne, infatti, da "bombardamento" e il termine sportivo si tramutò in una minaccia di annientamento.

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Essere un voltagabbana

Il dizionario cita: Il voltagabbana è colui che cambia idee e schieramento per futili motivi, per paura o per convenienza. La gabbana era un indumento, un pesante cappotto con l'interno in pelliccia. Questo capo d'abbigliamento era in dotazione ai militari nel periodo della prima guerra mondiale ma, era anche utilizzato dai poveri e dai contadini “i gabbani” da cui derivava il nome.




Farsi infinocchiare



L’espressione farsi infinocchiare pare abbia origine dal comportamento di alcuni viticoltori romani, i quali, prima di far assaggiare il vino ai potenziali clienti, offrivano loro alcuni semi di finocchio da masticare. Questi semi lasciavano in bocca un gusto molto aromatico che rendeva saporito qualunque vino bevuto subito dopo, anche se di scarsa qualità. Oggi diciamo farsi infinocchiare quando qualcuno è stato imbrogliato.



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