Cosa hanno in
comune due letterati diversissimi come Josè Saramago e Leonardo Sciascia? Una statua
bronzea a grendezza naturale eretta in loro ricordo nei rispettivi paesi
natali.
Saramago
è intento a leggere sulla panchina di un pubblico parco ad Azinhaga. Questo è il
discorso che, ancor vivo, tenne per l’inaugurazione della statua  Sto lì, al centro dello
spiazzo, con un libro in mano, a guardare chi passa. Mi hanno fatto un po’ più
grande del normale, immagino affinché mi si veda meglio. Non so per quanti anni
starò lì. Ho sempre detto che il destino delle statue e' di essere rimosse, ma,
in questo caso, voglio immaginare che mi lasceranno in pace, uno che e' tornato
in pace alla sua terra per due volte, come la persona che è e, da oggi, come
anche il bronzo che e' passato a essere. Nonostante la mia immaginazione alcune
volte mi abbia fatto cadere nei deliri piu' assurdi, non si e' mai spinta ad
ammettere che un giorno mi avrebbero dedicato una statua nella terra in cui
sono nato. Cosa ho fatto perché questo accadesse? Ho scritto alcuni libri, ho
portato con me, in giro per il mondo, il nome di Azinhaga e, soprattutto, non
ho mai dimenticato chi mi ha generato ed educato: i miei nonni e i miei
genitori. Di loro ho parlato a Stoccolma di fronte a un'illustre platea e sono
stato capito. Quello che vediamo degli alberi è soltanto una parte, importante,
senza dubbio, ma che non sarebbe nulla senza le sue radici. Le mie, quelle
biologiche, si chiamano Josefa e Jeronimo, Jose' e Piedade, ma ce ne sono altre
che sono posti, luoghi, Casalinho e Divisoes, Cabo das Casas e Almonda, Tejo e
Rabo dos Cagados, si chiamano anche olivi, salici, pioppi e frassini, barche da
caccia che navigano sul fiume, fichi carichi di frutti, maiali portati a
pasteggiare, e alcuni, ancora suinetti, che dormono nel letto con i miei nonni
per aiutarli a non morire di freddo. Di tutto questo sono fatto, tutto questo
e' entrato nella composizione del bronzo in cui mi hanno trasformato. Ma,
attenzione, non c'e' stata un'autocreazione naturale. Senza la volontà, lo
sforzo e la tenacia di Vitor Guia e di José Miguel Correia Noras la statua non
sarebbe lì. Dal più profondo della mia gratitudine lascio loro qui un
abbraccio, da estendere a tutto il popolo di Azinhaga, alle cui cure lascio
quest'altro suo figlio che io sono. da: “La Stampa”, 19 giugno 2010.
Lungo il corso Garibaldi, la via principale di Racalmuto (AG),
si incontra la statua di bronzo raffigurante Leonardo Sciascia, nato in questa
cittadina nel 1921. L’artista Beppe Agnello ha rappresentato lo scrittore a
grandezza naturale nell’atto di camminare sul marciapiedi, in mezzo ai suoi
concittadini.
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