Hans Cristian Andersen nacque il 2 aprile del 1805 a
Odense, una cittadina danese da genitori poveri.
Divenne famoso per le sue fiabe, solo in apparenza destinate ai più piccoli poiché,
dietro una scrittura apparentemente ingenua si celano importanti insegnamenti
morali.
Molti dei suoi personaggi trovano la serenità ed anche la felicità dopo
essere passati attraverso sofferenze ed angosce come avviene ad esempio nel
“Brutto anatroccolo”
INCIPIT

Era così bello in campagna, era estate! Il grano
era bello giallo, l'avena era verde e il fieno era stato ammucchiato nei prati;
la cicogna passeggiava sulle sue slanciate zampe rosa e parlava egiziano,
perché aveva imparato quella lingua da sua madre. Intorno ai campi e al prati
c'erano grandi boschi, e in mezzo al boschi si trovavano laghi profondi; era
proprio bello in campagna! Esposto al sole si trovava un vecchio maniero
circondato da profondi canali, e tra il muro e l'acqua crescevano grosse foglie
di farfaraccio, e erano così alte che i bambini più piccoli potevano stare
dritti all'ombra delle più grandi. Quel luogo era selvaggio come un profondo
bosco; lì si trovava un'anatra col suo nido. Doveva covare gli anatroccoli, ma
ormai era quasi stanca, sia perché ci voleva tanto tempo sia perché non
riceveva quasi mai visite. Le altre anatre preferivano nuotare lungo i canali
piuttosto che risalire la riva e sedersi sotto una foglia di farfaraccio a
chiacchierare con lei.
Finalmente una dopo
l'altra, le uova scricchiolarono. «Pip, pip» si sentì, tutti i tuorli delle
uova erano diventati vivi e sporgevano fuori la testolina......
o ne "La Sirenetta"
INCIPIT
In mezzo al mare l'acqua è azzurra come i petali dei più
bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda,
così profonda che un'anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe
mettere molti campanili, uno sull'altro, per arrivare dal fondo fino alla
superficie. Laggiù abitano le genti del mare. Non si deve credere che ci sia
solo sabbia bianca, no! Crescono alberi stranissimi, e piante con gli steli e i
petali così sottili che si muovono al minimo movimento dell'acqua, come fossero
esseri viventi. Tutti i pesci, grandi e piccoli, nuotano tra i rami, proprio
come fanno gli uccelli nell'aria. Nel punto più profondo si trova il castello
del re del mare. Le mura sono di corallo e le alte finestre a arco sono fatte
con ambra chiarissima, il tetto è formato da conchiglie che si aprono e si
chiudono secondo il movimento dell'acqua; sono proprio belle, perché contengono
perle meravigliose; una sola di quelle basterebbe alla corona di una regina.
Il re del mare era vedovo da molti anni, ma la sua
vecchia madre governava la casa, una donna intelligente, molto orgogliosa della
sua nobiltà; e per questo aveva dodici ostriche sulla coda, quando le altre
persone nobili potevano averne solo sei. Comunque aveva grandi meriti,
soprattutto perché voleva molto bene alle piccole principesse del mare, le sue
nipotine. Erano sei graziose fanciulle, ma la più giovane era la più bella di
tutte, dalla pelle chiara e delicata come un petalo di rosa, gli occhi azzurri
come un lago profondo; ma come tutte le altre non aveva piedi, il corpo
terminava con una coda di pesce.....
Oppure Andersen fa notare atteggiamenti umani sbaglati quali lo snobbismo
e l’altezzosità
Della “Principessa sul pisello”
IINCIPIT
C'era
una volta un principe che voleva sposare una principessa, ma ella doveva essere
una principessa vera, una fanciulla di sangue blu. Perciò se ne andò in giro
per il mondo cercando la giovinetta dei suoi sogni. Di fanciulle che
affermavano di essere vere principesse egli ne trovò moltissime, ma al momento
di sposarsi il principe era assalito da un dubbio: " Sarà proprio una principessa
di sangue blu, oppure no? ". Qualcosa, infatti, nel loro modo o nel loro
portamento era poco reale e non convinceva del tutto il principe. Egli quindi
non si decideva a sceglierne alcuna e, infine, dopo tanto vagare per il mondo,
se ne tornò al suo castello, deluso per non aver trovato ciò che desiderava.
Una sera si scatenò un temporale: i lampi si incrociavano, il tuono brontolava,
cadeva una pioggia torrenziale: non si era mai vista una bufera così!. Qualcuno
bussò alla porta del castello, e il vecchio re si affrettò ad aprire. Era una
principessa. Ma come l'avevano ridotta la pioggia e il temporale! L'acqua
cadeva a rivoli dai suoi capelli e dai suoi vestiti, e le entrava nelle scarpe,
uscendone dalla suola. Tuttavia ella si presentò affermando di essere una vera
principessa. "E' ciò che sapremo presto " pensò la vecchia regina, e
senza dire nulla a nessuno entrò in una camera e mise un pisello nel letto che
era in mezzo alla stanza...
Od ancora “I vestiti dell’imperatore”
Ovvero
come è facile prendere in giro un uomo tronfio e vanitoso

INCIPIT
Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto
avere sempre bellissimi vestiti nuovi da usare tutti i suoi soldi per vestirsi
elegantemente. Non si curava dei suoi soldati né di andare a teatro o di
passeggiare nel bosco, se non per sfoggiare i vestiti nuovi. Possedeva un
vestito per ogni ora del giorno e come di solito si dice che un re è al
consiglio, così di lui si diceva sempre: «E nello spogliatoio!».
Nella grande città
in cui abitava ci si divertiva molto; ogni giorno giungevano molti stranieri e
una volta arrivarono due impostori: si fecero passare per tessitori e
sostennero di saper tessere la stoffa più bella che mai si potesse immaginare.
Non solo i colori e il disegno erano straordinariamente belli, ma i vestiti che
si facevano con quella stoffa avevano lo strano potere di diventare invisibili
agli uomini che non erano all'altezza della loro carica e a quelli molto
stupidi.
"Sono proprio
dei bei vestiti!" pensò l'imperatore. "Con questi potrei scoprire chi
nel mio regno non è all'altezza dell'incarico che ha, e riconoscere gli stupidi
dagli intelligenti. Sì, questa stoffa dev'essere immediatamente tessuta per
me!" e diede ai due truffatori molti soldi, affinché potessero cominciare
a lavorare.....
Anche gli adulti possono riflettere, dunque favole da leggere a tutte le età.