Johannes Gutenberg
Johannes Gutenberg

La diffusione del libro cresceva ed il lavoro degli amanuensi e dei copisti altrettanto; fin quando Johannes Gutenberg di Magonza (Germania), inventò il carattere mobile.
Il carattere mobile sostituiva comunque un procedimento più lungo e complesso che consisteva nello scolpire con sgorbie e bulini in unici blocchi di legno intere matrici di stampa sulle quali venivano torchiati i fogli da stampare: le cosiddette xilografie che restarono in uso, anche dopo l’avvento del carattere mobile, per l’ esecuzione di illustrazioni artistiche.

L’invenzione del carattere mobile si basava sulla realizzazione di caratteri in una leggera lega metallica per mezzo di matrici in legno, preventivamente scolpite in “negativo” in cui si versava il metallo fuso, che potevano essere poi disposti in maniera allineata grazie a delle forme-guida (compositoi) che permettevano di comporre intere pagine.
Il compositoio era posto su un torchio che pressava lo stesso non prima di averci messo sopra il foglio di carta.
Carattere mobile e torchio furono l’invenzione che stravolsero la stampa intorno il 1455, periodo in cui Gutenberg pubblicò la Bibbia delle 42 linee, cosiddetta perché conta 42 righe per colonna con un totale di 1.282 pagine per 180 copie delle quali oggi ne restano solo 48 sparse in alcune delle principali biblioteche e musei del mondo (in Italia ve ne sono 3 copie nella Biblioteca Apostolica Vaticana).

L’invenzione del carattere mobile si basava sulla realizzazione di caratteri in una leggera lega metallica per mezzo di matrici in legno, preventivamente scolpite in “negativo” in cui si versava il metallo fuso, che potevano essere poi disposti in maniera allineata grazie a delle forme-guida (compositoi) che permettevano di comporre intere pagine.
Il compositoio era posto su un torchio che pressava lo stesso non prima di averci messo sopra il foglio di carta.
Carattere mobile e torchio furono l’invenzione che stravolsero la stampa intorno il 1455, periodo in cui Gutenberg pubblicò la Bibbia delle 42 linee, cosiddetta perché conta 42 righe per colonna con un totale di 1.282 pagine per 180 copie delle quali oggi ne restano solo 48 sparse in alcune delle principali biblioteche e musei del mondo (in Italia ve ne sono 3 copie nella Biblioteca Apostolica Vaticana).