Pensiero veloce sulla fantascienza
Il termine fantascienza mi richiama alla mente Giulio Verne. All’età di dieci anni avevo già divorato tutti i suoi romani. Ora nel rammentarli mi accorgo che ai lettori odierni possono apparire addirittura come arcaici, passati: l’uomo ha già scoperto e surclassato ciò che per Verne era tecnologia futuristica alimentata da pura immaginazione.
Naturalmente considero Isaac Asimov uno dei padri della fantascienza moderna, basata cioè su fondamenti scientifici; indimenticabili i suoi robot e le tre leggi associate a queste macchine:
1. Un robot non può recar danno ad un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza. Purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.
Ma quando nell’uomo si è insinuata l’idea della fantascienza o meglio che forse esistono altri mondi?
Credo agli albori della sua comparsa su questo pianeta. Cosa pensare di certi graffiti rupestri o di alcuni geroglifici egiziani o…
Forse si tratta di apparizioni provenienti da altre dimensioni o forse la Terra e l’Universo si rigenerano su se stessi, in una sorta di ciclo infinito, lasciandoci tracce del proprio passato.